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Un passo nell’antichità

Percorso storico culturale

L’isola di Lampedusa è nota per le sue spiagge sabbiose e le sue acque cristalline; in pochi però conoscono il suo patrimonio storico e culturale. In questo percorso conosceremo insieme alcuni luoghi d’interesse anche per valorizzarli di più.

Il nostro tour comincia con una visita alla Chiesa Madre dell’isola, la Parrocchia di San Gerlando, che sorge su Piazza Garibaldi. Qui è dove si svolgono tutte le celebrazioni comunitarie dell’isola. Da segnalare che nel luglio 2013 è stata tappa della prima visita pastorale di Papa Francesco. 

A pochi passi da questa nostra prima tappa troviamo i 7 palazzi.
Essi costituiscono un’importante testimonianza del nucleo urbano originario dell’isola. La loro principale caratteristica era quella di avere la stessa volumetria e l’uniformità della facciata. Purtroppo nel corso degli anni si sono permesse modifiche tanto da renderli irriconoscibili. La sede comunale occupa il terzo dei Sette Palazzi. Ripristinare l’uniformità cromatica delle facciate contribuirebbe a rendere ancora visibili e identificabili questi edifici, che segnarono la nascita del centro abitato di Lampedusa e ne ospitarono i primi coloni, arrivati sull’isola nel 1843 per volere del governo borbone.

Successivamente ci dirigiamo verso l’altura denominata Cavallo Bianco, dove troviamo un importante complesso di strutture militari costruite durante la Seconda Guerra Mondiale a difesa della linea costiera che domina il porto. Esse costituiscono la principale testimonianza di un passato bellico di rilievo. I fortini di Cavallo Bianco non sono i soli presenti sull’isola: ne troviamo diversi costruiti sempre lungo la costa.

Continuando lungo il tragitto facciamo un’interessante sosta a Porto M, luogo di cultura, memoria e spettacoli tradizionali, dove viene offerta la possibilità di degustare un’ampia gamma di ottimi vini siciliani su una magica terrazza affacciata sul porto vecchio. Potrete assistere, dunque, all’opera dei pupi siciliani, concerti e spettacoli dal vivo di vari artisti, locali e non. All’interno della grotta naturale, usata anticamente come deposito dei pescatori e per la salatura del pesce, potrete assistere alle mostre degli artisti lampedusani.

Risalendo troviamo il Museo delle Pelagie. Situato sul lungomare di Lampedusa, conserva reperti riconducibili sia al passato più remoto che al presente. Il Museo ospita al piano terra una mostra archeologica costituita da reperti appartenenti a diversi periodi storici: di grande rilevanza sono la statua acefala della Dea della Fortuna di età imperiale, ritrovata a Lampedusa nel 1905 durante i lavori di costruzione di una delle case del paese, e una macina ritrovata nei fondali nei pressi di Lampione, risalente al I-II sec. d.C. 

Proprio di fronte al museo è possibile visitare l’Archivio Storico. In questo piccolo spazio è raccolta ed esposta la storia dell’isola, narrata attraverso fotografie, documenti, reperti e video. L’associazione che gestisce l’archivio storico lampedusano è stata fondata da Nino (Antonino Taranto), che promuove la conoscenza ed il mantenimento della memoria storica dell’isola.  Nella piccola isola in mezzo al canale di Sicilia, esisteva una zecca che coniava monete; oggi di quelle monete sono stati rinvenuti pochissimi esemplari. All’interno dell’archivio trovate delle copie in bronzo ed in argento.

Scendendo da una scalinata ai piedi del museo è possibile scorgere tra la vegetazione alcune vasche di origine romana in cui si produceva il Garum, una salsa ricavata dalle interiora di pesce.

Spostandosi in direzione sud-ovest è situato il Santuario. Si ha notizia di esso già dal 1202: da alcune testimonianze si evince che una parte della grotta fosse destinata al culto cristiano e l’altra al culto islamico. Durante la seconda guerra mondiale però, il santuario venne distrutto da un bombardamento e solo la statua della Madonna ne uscì indenne. Molto particolare è la festa che si celebra il 22 settembre di ogni anno in onore della Madonna di Porto Salvo. La Sacra Statua viene portata a spalla dai fedeli, che con alte grida di “evviva” percorrono le vie dell’isola. 

Innumerevoli Dammusi sono sparsi sull’isola. Il dammuso è una struttura architettonica in pietra tipicamente siciliana. Si pensa che siano originarie dell’isola di Pantelleria e in seguito, grazie alla dominazione araba, la loro architettura è arrivata anche a Lampedusa.

Proseguendo il nostro percorso, osservando attentamente il terreno, ci accorgiamo dell’esistenza dei poco noti Cerchi di Pietra. Si tratta di costruzioni in pietra che si elevano di alcune decine di centimetri dal suolo. Sul territorio dell’isola sono presenti oltre duecento esempi di tali costruzioni raggruppati come a formare piccoli insediamenti. Alcuni di questi “cerchi” sono resti di capanne dell’età del bronzo, altri dei tumuli o strutture funerarie e, altri ancora, di dimensioni maggiori, avevano la funzione di osservatori astronomici, di calendari agricoli e luoghi di culto. 

Riferendosi a quanto precedentemente detto in merito ai Dammusi di Lampedusa, una tra le tappe storiche che è d’obbligo visitare è senza dubbio Casa Teresa.
Situata in contrada Ponente, è la costruzione in pietra viva più antica sul suolo lampedusano nonché quella meglio conservata. Costruita intorno al 1870, è composta da diversi ambienti e i tetti a cupola hanno la funzione di isolare gli spazi interni dal difficile clima isolano. È servita agli agricoltori sia come abitazione che come magazzino.

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