Stella del Mare, una storia d’amore

La storia d’amore che raccontiamo qui è quella tra Roberto Merlo, Lampedusa e i lampedusani. Una storia iniziata tantissimi anni fa, quando ancora i fondali dell’isola erano quasi sconosciuti.

Correva l’anno 1956 quando fu fatta la prima documentazione della vita sottomarina delle Pelagie: all’epoca l’arcipelago non era frequentato dagli appassionati dei fondali. A guidare la spedizione di documentaristi fu proprio il fotografo Roberto Merlo, considerato il pioniere del turismo subacqueo a Lampedusa. Merlo scoprì quest’isola da una cartina del Touring nel 1948 e a soli diciannove anni decise di partire all’avventura. Si fece conoscere subito come un professionista ma soprattutto come una persona umile e di cuore e, indubbiamente, divenne l’amico della gente di questo mare.

“Roberto Merlo ai lampedusani” è la frase scolpita alla base di una statua che il fotografo fece costruire “per rispetto al loro sentimento religioso e per ripagarli della festa non goduta interamente”. Era il 23 settembre 1978 quando Roberto, invece di partecipare ai festeggiamenti in onore di Maria Santissima di Porto Salvo, patrona dell’isola di Lampedusa, decise di scendere su un fondo di 33 metri a scattare fotografie. Risalendo in superficie la barca era lontanissima e le operazioni di decompressione non si svolsero come dovuto. Quando Roberto riemerse, la paura dell’embolia sembrava essere passata, si sentiva bene e ritornò a casa. Nel frattempo era iniziata la processione che riportava il simulacro della Vergine nel suo Santuario e Roberto fu assalito da una grande stanchezza che cominciò a paralizzare i suoi arti e a farlo prendere dall’angoscia. Le ore scorrevano velocemente, la popolazione era tutta riversata in piazza ad assistere allo spettacolo conclusivo dei festeggiamenti e gli amici di Roberto notando la sua assenza, lo andarono a cercare trovandolo immobile sul letto. Da quel momento la mobilitazione fu generale: il figlio corse in piazza e annunciò sul palco le condizioni del padre, lo spettacolo fu sospeso, le autorità si attivarono per il trasporto in elicottero e in molti si recarono ad assistere il loro amico. Roberto lasciò Lampedusa raggiungendo Augusta, dove lo attendeva una camera di decompressione nell’ospedale militare e fortunatamente fu fuori pericolo di vita.
Nonostante i mesi di dolori e di interventi chirurgici, voleva mantenere la promessa fatta alla sua isola e ai suoi abitanti: quella di ritornare. Il suo pensiero ricorreva costantemente a quel giorno e sapendo della grande devozione dei lampedusani alla Madonna, pensò di far scolpire una statua che La rappresentasse. Fu così che lo scultore Giorgio Crosta realizzò in una fonderia di Treviso la statua in bronzo marino della “Madonna del mare”. Grazie alla collaborazione della rivista internazionale “Mondo Sommerso”, il 18 luglio 1979 la statua raggiunse piazza San Pietro a Roma per la benedizione di Papa Giovanni Paolo II; ad accompagnarla anche Roberto Merlo e una delegazione di lampedusani, guidati dal prete e dal sindaco, “avvicinando con un rito simbolico l’isola al continente”. Roberto e Caterina, una bambina a rappresentare tutti i bimbi di Lampedusa, rivolsero più volte a Papa Wojtyla l’invito a venire per la cerimonia d’immersione nei fondali. Il Papa rispose: “Quel giorno vi sarò vicino con il cuore”. Successivamente con un aereo militare la statua arrivò sull’isola e il 23 settembre dello stesso anno, con una processione in mare, tra preghiere, musica e canti, raggiunse il punto scelto per la sua collocazione.

Da allora, davanti all’isolotto dei Conigli, dove uno scoglio emergente indica la presenza di una grotta, un arco naturale alla profondità di 15 metri accoglie il regalo che Roberto fece ai lampedusani. “La Madonna e il Bambino che porta in collo hanno i visi rivolti verso l’alto perché anche chi non sa scendere in profondità possa sentire la loro presenza, possa vedere di essere guardato”.

Stella del Mare. Una storia d’amore a Lampedusa – Il documentario

Stella del Mare. Una storia d’amore a Lampedusa – Il documentario

A quarant’anni dalla posa, dal 25 al 29 settembre scorso, la statua ha rivisto terra in occasione dell’evento STELLA DEL MARE 1979-2019- MUSICA, SPERANZE E STORIE DI VITA DI GENTE DEL MARE, iniziativa promossa da Fondazione O’Scià Onlus e da Alternativa Giovani Onlus, con la collaborazione della parrocchia San Gerlando e il Comune di Lampedusa e Linosa.
Dopo le operazioni di emersione, a bordo di un peschereccio, è sbarcata nel vecchio porto per essere ripulita e in seguito, caricata su una Fiat Campagnola, un mezzo simile a quello dell’epoca, portata in processione fino alla chiesa madre dove i volti amorevoli di Maria e Gesù sono stati ammirati anche da chi non è mai sceso in profondità. Riemersa dai fondali, la Madonna del Mare è stata consegnata alla popolazione e a quanti in essa cercano conforto, tra l’emozione di chi aveva vissuto in prima persona quei momenti e la curiosità di chi voleva conoscere la sua storia.

Storia raccontata in piazza Garibaldi anche attraverso una mostra fotografica e la proiezione di un documentario curati da Hub Turistico Lampedusa, nonché a un’esposizione di Madonnari e un concerto omaggiato da Claudio Baglioni. Terminate le celebrazioni della “Stella del Mare”, appellativo usato da Papa Francesco in una preghiera recitata durante la prima visita pastorale a Lampedusa dell’8 luglio 2013, il dono di Roberto Merlo è tornato nel suo mare e la storia d’amore con i lampedusani resterà infinita e gelosamente custodita

Articolo di Maria Veronica Policardi
Foto di Famiglia Merlo, Luca Siragusa, Gianluca Cucina
Tratto da l’IsolaBella Periodico – Anno XI – Inverno 2020

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